Anticamente a Gioia del Colle il Venerdì Santo era giorno di lutto cittadino, di astinenza e digiuno ed ogni gioiese piangeva la morte di Gesù, come una persona cara di famiglia, portando gli abiti ed i segni del lutto; dalle ore nove alle ore quindici, a turno secondo l’anno di fondazione, da ogni Chiesa cittadina si realizzava la processione penitenziale di Gesù Morto e dell'Addolorata.
Gioia del Colle aveva anche quindici statue che raffiguravano Gesù Morto deposto nella "naca", conservate in ogni Chiesa cittadina.
L'ultima processione a seguire la turnazione era quella del Crocifisso e dell’Addolorata, che usciva dalla Chiesa Conventuale di S. Antonio da Padova, ubicata nei pressi del pubblico ospedale.
Tutte le processioni percorrevano l’anello viario extra murale cittadino, con sosta pietosa presso il pubblico Calvario, la Chiesa propria dell'Addolorata e la Chiesa Madre.
Dopo le ore 15.00 si assisteva in ogni Chiesa alla commemorazione della morte di Gesù ed all'adorazione della Croce, con l'ostensione solenne della Reliquia Insigne esposta presso la Chiesa Madre, ma anche presso la Chiesa di San Rocco e la Chiesa Conventuale di S. Francesco di Assisi.
Dopo la Passio e l'agonia del Signore, dalla Chiesa di S. Francesco di Assisi usciva la processione dell'Addolorata, chiamata la Disperata, in quanto cercava il Figlio presso tutte le Chiese della città che le negavano l’ingresso.
La Madonna bussava, con le catene, tre volte alle porte delle Chiese, che restavano chiuse. La statua della Madonna veniva portata inizialmente a spalla dalle vedove o dalle mamme che avevano perso il proprio figlio. In seguito la statua venne portata a spalla dai confratelli del Purgatorio. Quando la processione giungeva davanti al portale della Chiesa Madre, la Madonna bussava tre volte con le catene e le donne con lamenti invocavano l'apertura delle porte, perché nella Chiesa Madre era stato nascosto il Figlio.
Quindi si apriva finalmente il portale e l'Arciprete accoglieva la Madonna, con l'antica supplica "Vieni o Maria il Tuo amatissimo Figlio Gesù è qui". Seguiva il rito dell’accoglienza, del compatimento, con la recita del Pianto della Madonna e lo "Stabat Mater" di Jacopone da Todi.
Infine, tra la commozione generale, l'Arciprete consegnava alla statua dell’Addolorata il Crocifisso.
Quindi, tra applausi e lamenti, si organizzava la processione dell'Addolorata verso la Chiesa Conventuale di S. Francesco di Assisi, in cui rientrava a mezzanotte.
L'incedere della processione era lentissimo, con un dondolio ossessivo chiamato la "nizzicata". Poi la "nizzicata" divenne il "passo morto", costituito da tre passi in avanti ed uno dietro. Infine il percorso venne caratterizzato dal "passo della punta e tacco", proposto dal sacerdote e rettore Don Vincenzo Angelilli.
Tutto il popolo partecipava, con pianti, preghiere e commozione alla processione della consegna, accompagnata dalla gloriosa Banda di Gioia del Colle.
Nel tempo la processione dell'Addolorata del Venerdì Santo venne ridimensionata e poi, per evitare ripetizioni rituali, venne soppressa e spostata al Venerdì di Passione, precedente la Domenica delle Palme.